Ultima modifica: 20 Maggio 2019
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“La Terra che vorrei” secondo gli studenti della Gonin

Nell’opera, allestita nell’auditorium della scuola, arte e tecnica si incontrano per trasmettere un messaggio di pace e unità

È un planisfero allegro e colorato, quello che dall’8 magio campeggia sulla parete principale dell’auditorium della nostra scuola. Un planisfero dove non compaiono confini tra gli Stati e neppure bandiere. Al loro posto, tanti tessuti dai colori sgargianti prodotti dai nostri allievi, ripetendo l’antica tecnica della tessitura. È una vera e propria installazione artistica, che porta con sé un messaggio importante, legato al tema dell’integrazione tra i popoli e al ritorno ai valori umani universali dello scambio e della condivisione.

“Sul planisfero che abbiamo ridisegnato non compaiono i confini tra gli Stati, ma tessuti prodotti da noi alunni, che aspirano a ricreare il clima delle piazze di una volta, dove gli artigiani si incontravano e condividevano le loro competenze e abilità in un processo di scambio culturale e di crescita collettiva” spiegano gli allievi.

Sotto la guida del professore di Educazione Artistica, Luigi Stoisa, e del professore di Tecnologia, Nicolò Sciacca, i ragazzi hanno dapprima costruito i telai e imparato un metodo di lavoro, la tecnica della tessitura; quindi hanno realizzato l’opera completa.
La motivazione poetica dell’installazione è quella di cancellare idealmente i confini determinati dai nazionalismi per affermare, con le forme e con i colori, la libertà di espressione della vita senza barriere di pregiudizio razziale, politico, religioso, ideologico, di genere. In questo contesto di condivisione le radici della tradizione rimangono comunque intatte, in quanto ognuno potrà riconoscere il pezzetto di terra che ha contribuito a realizzare e a ricoprire. Dal punto di vista artistico, l’opera è un omaggio all’artista torinese Alighiero Boetti che negli anni ’60 utilizzò la tecnica dell’arazzo per le sue importanti creazioni.

L’opera è stata inaugurata ufficialmente mercoledì 8 maggio alla presenza del D.S. Enrica Bosio e dei rappresentanti delle Istituzioni: l’Assessore all’Istruzione Anna Cataldo, il consigliere comunale Stefano Tizzani, il consigliere regionale Alfredo Monaco e la deputata Daniela Ruffino. L’evento è stato accompagnato da un’esibizione dell’orchesta degli allievi dell’indirizzo musicale.

“Noi nuove generazioni – hanno affermato gli allievi – abbiamo bisogno di imparare ad apprezzare la bellezza nell’arte, abbiamo bisogno di imparare il valore della condivisione, di apprezzare il profumo della libertà che va nutrita con la memoria. Abbiamo bisogno di imparare ad avere coraggio, non paura.”
“È un simbolo che rimarrà alla nostra scuola del mondo che vorremmo: in pace e unito”, ha ribadito la Dirigente.

E proprio a conferma di questa intenzione già il giorno dopo, giovedì 9 maggio, Festa dell’Europa, nell’ambito di un progetto del Comune di Giaveno, alcuni allievi della scuola, le classi 1E e 1F, si sono recati in rappresentanza di tutto l’Istituto presso l’Istituto Scolastico di St Jeanne de Maurienne. Lì hanno condiviso il progetto e la tecnica con i coetanei francesi, realizzando con loro un’opera gemella.

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